La stessa immagine del Kirkjufell in Islanda al giorno d'oggi non è nemmeno lontanamente interessante come lo sarebbe stata 8 anni fa. Perché?
Perché puoi trovarne migliaia, tutte simili tra loro, praticamente ovunque, e la maggior parte delle persone si è abituata a vedere quella scena. Triste, lo so, perché il posto è ancora spettacolare esattamente come lo era 10, 20 o 30 anni fa (a parte la quantità di persone che incontrerai lì, ma questa è una cosa che non puoi sapere guardando le foto). La questione principale in questo caso è che sia la fotografia che viaggiare sono diventati molto più economici nell'ultimo decennio, diventando alla portata di un pubblico molto più ampio. Ma attenzione, non è solo una questione economica: bisogna considerare anche che gli strumenti fotografici sono diventati molto più intuitivi da utilizzare e che si può ormai organizzare ogni aspetto di un viaggio per andare dall'altra parte del mondo nell'arco di 5 minuti, dal palmo della nostra mano, in un modo incredibilmente facile. Combina questi fattori insieme ed otterrai un aumento esponenziale del turismo fotografico. Molti luoghi un tempo considerati selvaggi sono diventati molto più accessibili e più facili da raggiungere. E non fraintendetemi, non lo dico con tono negativo; personalmente sono davvero felice che più persone abbiano la possiblità di visitare i luoghi meravigliosi di questa Terra (sperando che si comportino responsabilmente nel frattempo, ma non è il momento per parlare di questo). Tutti meritiamo di viaggiare ed esplorare, e sono contento che si sia trovato il modo per consentire ad un bacino maggiore di persone di farlo. Comunque, tornando sull'argomento del paragrafo, se dieci anni fa ti fossi trovato in Islanda probabilmente avresti trovato 1/50 dei fotografi che troveresti se tu viaggiassi lì al giorno d'oggi.
Questa inondazione di foto ha portato i fotografi a cercare nuovi metodi per migliorare le loro foto di paesaggio, metodi in alcuni casi molto creativi e poco ortodossi, al fine di differenziarsi ed emergere dalla folla. Lungi da me dire che la fotografia di paesaggio dovrebbe rappresentare la realtà, oggi non è difficile trovare immagini che abbiano fatto molta strada (per non dire altro) da quella che era la visione originale del luogo.
Purtroppo una triste verità è che la stragrande maggioranza delle persone al giorno d'oggi non si sorprende più di fronte ad una buona foto. A dirla tutta, nemmeno di fronte ad una bella foto. La soglia di attenzione media attualmente è una manciata di secondi e ci sono molte possibilità che il tuo pubblico "osservi" le immagini che tanto duramente hai catturato su uno schermo da 5 pollici, se tutto va bene. Non è così gratificante, eh? Non fraintendermi, non sto dicendo che TUTTI si comportano allo stesso modo. Ci sono ancora persone, sia fotografi che non, che visiteranno il tuo sito web o la tua galleria d'arte e dedicheranno un lasso di tempo decente a guardare le tue foto. Ma sfortunatamente sta diventando sempre più una "cosa di nicchia", qualcosa che la maggioranza delle persone non fa più.
La sempre minore soglia di attenzione unita alla saturazione del mercato e un conseguente aumento della concorrenza a causa del fatto che, come abbiamo visto in precedenza, sia la fotografia che i viaggi sono diventati molto più accessibili, hanno portato un numero crescente di artisti a superare la linea invisibile tra fotografia e arte digitale, ricreando scene impossibili da osservare nel mondo reale. In poche parole, a creare immagini con il preciso scopo di sensazionalizzare, farti fermare per qualche secondo in più mentre stai scorrendo il tuo social feed e farti dire "wow". Un fine puramente estetico, immagini vuote generalmente realizzate al fine di vendere un luogo/servizio.
Vedete, alcune righe sopra ho fatto riferimento al discorso fotografia/arte digitale; la verità è che una post produzione creativa non è il fattore discriminante tra una buona e una brutta fotografia di paesaggio. Conosco personalmente e rispetto moltissimo artisti che sono diventati famosi proprio per il loro particolare stile di post-produzione, perché so che è solo il loro modo di esprimere e trasmettere le emozioni che hanno provato durante la fase di scatto. E come ho detto, lo rispetto e lo ammiro. Volevo chiarire questo punto prima di di farti saltare sulla sedia pensando che sto solo discutendo su come dovremmo post produrre le nostre foto. L'approccio di cui sto parlando inizia sul campo, o addirittura prima: fotografi che arrivano sul posto, scattano e se ne vanno, fotografi che non si godono i momenti trascorsi nella natura, fotografi che non rispettano l'ambiente e distruggono il luogo a favore di una fotografia leggermente migliore o di un'immagine "degna di Instagram". In altre parole, persone con una macchina fotografica, non amanti della natura. Le persone che vedono il paesaggio come un mezzo per raggiungere un fine, generalmente la popolarità, e non capiscono che il paesaggio stesso è il fine. Questo è l'approccio a cui mi riferisco e condanno.